Dopo il 1863 l’architettura in C. si aprì all’influenza occidentale e in particolare francese, soprattutto nella pianificazione urbana della nuova capitale Phnom Penh. L’uso del legno come materiale edilizio fu progressivamente affiancato da quello della muratura, seppure entro tipologie tradizionali (monastero Vat Botum Vodei, 1868-74; Pagoda d’Argento, 1902; palazzo reale, 1907-19, rest. 1991), mentre si sviluppò uno stile coloniale francese. Ambiziose costruzioni di tipo europeo degli anni 1930 sono l’Hôtel Royal, il mercato centrale e la stazione, mentre esempi di architettura in stile tradizionale sono il Museo nazionale (G. Groslier, 1917-20) e l’Istituto buddhista (1930).
Nella seconda metà del 20° sec. l’architettura in C. è stata dominata dalla personalità di V. Molyvann, formatosi in Francia, che cerca un legame tra linguaggi contemporanei e antica tradizione khmer (Phnom Penh: Monumento all’Indipendenza; la sala Chakdomukh e il palazzo di Stato; complesso sportivo e stadio olimpico; teatro municipale; Sihanoukville: fabbrica di birra); lasciata la C. nel 1971 vi tornò nel 1991, proseguendo nell’impegno per un rilancio dell’architettura e una valorizzazione del patrimonio monumentale. Si ricorda inoltre l’attività L. Ban Hap e O. Sadam.
La produzione artistica tra il 19° e il 20° sec. ha visto una certa vivacità, seppure nell’ambito di convenzioni stilistiche e iconografiche tradizionali. Oltre ad alcune opere di matrice europea, in parte distrutte (statua di re Sisowath, 1920), l’influenza coloniale sulle arti non è apparsa determinante. Dopo l’indipendenza, accanto a una nuova attenzione per l’arte moderna si evidenzia la tendenza verso una produzione di tipo realista. Negli anni 1980 e 1990 sono emerse alcune personalità, che coniugano la cultura khmer con riferimenti all’arte occidentale, oltre ad artisti stabilitisi all’estero, come M. Ky, i pittori P. Chan Than, S. Vannara, L. Sophea, o L. Seckon, P. Sopheap, L. Saphan, che usano una varietà di media, dalla pittura alla scultura, dal cucito al collage, alla fotografia.